Malleus maleficarum

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Squall.Leonhart
view post Posted on 22/7/2010, 15:03




Il Malleus Maleficarum (trad. Il martello delle streghe) è un testo pubblicato nel 1486 dai frati domenicani Jacob Sprenger e Heinrich Institor Kramer, allo scopo di soddisfare l'urgenza di reprimere l'eresia, il paganesimo e la stregoneria in Germania.


Il Malleus nasce dalla volontà espressa da Innocenzo VIII attraverso la bolla Summis desiderantes affectibus del 1484 (pubblicata poi all'interno del testo per conferirgli ancora più solennità). Il Malleus è stato, fino al 1650, il manuale inquisitoriale della caccia alle streghe, poiché spiega proposizione per proposizione come comportarsi in ogni singola occasione. Il testo però non esprime nulla di nuovo, semplicemente raccoglie una serie di pensieri pregressi sul fenomeno della stregoneria e, soprattutto, sul pensiero negativo della donna, invero, ci sono più streghe che stregoni, secondo gli autori, perché le donne sono mas occasionatus. Un pensiero aristotelico dunque, che viene ripetuto, in maniera ridondante, attraverso citazioni continue di Aristotele e Sant'Agostino, nonché di molti altri Testi Sacri.
All'epoca in cui venne pubblicato il Malleus vi erano molte eminenti personalità, anche in seno alla comunità cattolica, che dubitavano dell'esistenza delle streghe, considerando tali credenze delle mere superstizioni, ma ve ne erano altrettante che invece credevano nei maghi, streghe e stregoni. A riprova di ciò nel Malleus i due frati Domenicani rimproverano aspramente tutti coloro, soprattutto religiosi, che minimizzano il fenomeno delle credenze popolari reputandole superstizioni, mettendo a tacere il dissenso addirittura nella prima proposizione: affermare l'esistenza degli stregoni è così cattolico al punto che affermare ostinatamente l'opposto [è] eretico? Per loro, sembrerebbe di sì.
Il manuale, sebbene non sia mai stato adottato ufficialmente dalla Chiesa cattolica, è la precisa trasposizione della bolla papale di Innocenzo VIII "Summis Desiderantes Affectibus", che, oltre ad ampliare i contenuti del Malleus dà ai due frati pieni poteri e mandato di estendere altrove la loro opera di inquisitori. Il Malleus Maleficarum, inoltre, non fu neppure mai inserito nell'indice dei libri proibiti, mentre lo fu ad esempio il Manuale dell'inquisitore di Eliseo Masini[senza fonte]. Riscosse i consensi della quasi totalità degli inquisitori e autorevoli ecclesiastici, nonché di giudici dei tribunali statali sive secolari, tanto che ne vennero pubblicate trentaquattro edizioni e oltre trentacinquemila copie impresse anche in edizione tascabile, secondo libro stampato dopo la Bibbia. L'immediata e durevole popolarità di questo libro contribuì a scalzare l'autorevolezza di un precedente testo di riferimento per i casi di stregoneria: l'antico Canon episcopi che comunque, datato secoli prima, non risultava importante ai fini della caccia alle streghe. La proporzione di testi scritti da ecclesiali contro le superstizioni e di testi scritti per confermare l'esistenza di streghe, stregoni e maghi è di circa 1 contro 70 dai titoli tutt'oggi esistenti.

Contenuto

In questo testo la presenza di materiale originale è esigua: si tratta per lo più di una codificazione di credenze preesistenti, spesso estrapolate da testi più antichi quali il Directorium inquisitorum di Nicolas Eymerich (1376) e il Formicarius di Johannes Nider (1435).
La lettura del testo, ai giorni nostri, può risultare ostica, poiché alcune posizioni vengono espresse senza argomentazioni. Bisogna però storicizzare il contesto e riflettere che alcune posizioni - per noi assurde - per i contemporanei erano un dogma quotidiano, non deve sorprendere dunque leggere di casi dove la condannata andò a morte molto volentieri, affermando che, anche se avesse potuto essere liberata, avrebbe ugualmente prediletto la morte, pur di sfuggire al potere del diavolo. Le streghe esistono. Il diavolo anche. Ne erano convinti tutti.
Il libro è diviso in tre parti. La prima parte affronta la discussione della natura della stregoneria. Parte di questa sezione spiega perché le donne, a causa della loro debolezza e a motivo del loro intelletto inferiore, sono per natura predisposte a cedere alle tentazioni di Satana. Il titolo stesso del libro presenta la parola maleficarum, (con la vocale femminile) e gli autori dichiarano (incorrettamente) che la parola femina (donna) deriva da fe + minus (fede minore). Il manuale sostiene che alcuni degli atti confessati dalle streghe, quali ad esempio le trasformazioni in animali o mostri, sono mere illusioni indotte dal Diavolo, mentre altre azioni, come ad esempio la possibilità di volare ai sabba, provocare tempeste o distruggere i raccolti sono realmente possibili. Gli autori, inoltre, si soffermano con morbosa insistenza sulla licenziosità dei rapporti sessuali che le streghe intratterrebbero con i demoni. La seconda parte riprende molte posizioni espresse nella prima e le approfondisce (non senza citazioni dello stesso testo) nel tentativo di far comprendere il modo di fare le stregonerie e il modo in cui si possono facilmente eliminare. L’ultima parte si occupa di fornire istruzioni pratiche sulla cattura, il processo, la detenzione e l’eliminazione delle streghe.
Nel testo si discute anche di quanta fiducia si debba riporre nelle dichiarazioni dei testimoni, le cui accuse sono spesso perpetrate per invidia e malizia (sempre però con il permesso di Dio, che permette la malvagità per sua gloria); tuttavia gli autori affermano che i pettegolezzi pubblici sono sufficienti a condurre una persona al processo e che, anzi, una difesa troppo vigorosa da parte del difensore è prova del fatto che anche quest'ultimo è stregato. Il manuale fornisce indicazioni su come evitare che le autorità siano soggette alla stregoneria e rassicura i lettori sul fatto che, in quanto rappresentanti di Dio, i giudici sono immuni dai poteri delle streghe. Largo spazio è dedicato all'illustrazione di tecniche di estorsione delle confessioni e alla pratica della tortura durante gli interrogatori: in particolare viene raccomandato l’uso del ferro infuocato per la rasatura dell’intero corpo delle accusate, al fine di trovare il famoso marchio del Diavolo, che ne proverebbe la colpevolezza.
Il Malleus, nella sua oggettiva follia, si presenta filosoficamente e teologicamente inattaccabile, invero, le proposizioni esposte sono corrette e cattoliche. Il testo quindi va letto in chiave psicanalitica, interpretando la sessualità femminile nel transfert degli inquisitori. Non a caso il manuale viene oggi usato come testo di semiotica, psicanalisi e filosofia morale.
 
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